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Usciamo dal silenzio
14.01.2005
Obiettivi e descrizione del progetto
Il Progetto “Usciamo dal silenzio” ha avuto l’obiettivo di far emergere il fenomeno e le forme di discriminazione razziale nell’accesso al mondo del lavoro, in particolare nell’esperienza delle collaboratrici domestiche e delle assistenti familiari, e conseguentemente di proporre modelli di intervento atti a favorire l’eliminazione o la riduzione degli atti discriminatori.
Il progetto si inserisce nel quadro delle attività di sostegno agli immigrati e contro la discriminazione frutto di esperienze già promosse dal sistema Acli a livello nazionale e transnazionale, in collaborazione con ENAIP, come per esempio:
- il progetto Equal Le Radici e le Ali, iniziativa sul tema della lotta alla discriminazione, all’esclusione ed alla disuguaglianza nel mercato del lavoro rivolto ai migranti e ai rom (il progetto di cui è capofila ARCI vede partner ACLI e F.IS. C.D.O.);
- il progetto Equal Sinapsi che ha sperimentato una nuova modalità di rapporti tra i Servizi per l’impiego e alcune categorie di lavoratori più deboli, ponendo l’accento sulle donne e gli immigrati;
- il progetto Attivazione e gestione di un servizio di Call Center di supporto all’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica.
L’iniziativa “Usciamo dal silenzio” ha voluto sperimentare un modello riproducibile di rilevazione dei fenomeni discriminatori in grado di fornire gli elementi utili all’ elaborazione di una strategia di lotta alla discriminazione razziale ed etnica nel mondo del lavoro, con particolare attenzione al lavoro di cura e domestico.
La consapevolezza del valore attribuito alla costruzione di modelli sperimentali di intervento e di condivisione di una realtà di convivenza interculturale come patrimonio da valorizzare nella società civile indirizza il progetto lungo due binari paralleli che vedono l’intero sistema Acli impegnato da sempre nella difesa dei diritti fondamentali dei soggetti deboli e per la costruzione di una qualità del lavoro e del vivere civile.
La sperimentazione si è svolta su cinque regioni, particolarmente rappresentative dell’intero territorio: Veneto, Piemonte, Lazio, Campania e Sardegna, e in particolare nelle province di: Treviso, Torino, Roma, Napoli e Cagliari.
Sono stati coinvolte le Amministrazioni Regioni, le Province e i Comuni e le associazioni con le quali le Acli congiuntamente collaborano per la realizzazione di esperienze nel sociale e nel campo dell’immigrazione.
Finanziamento:
Legge di riferimento art. 7 D.Lgs. 9 luglio 2003, n. 215 (Avviso per la presentazione di progetti di analisi dei fattori, dei processi e delle buone prassi connesse con la discriminazione su base etnica e razziale, rivolto alle associazioni e fondazioni senza fini di lucro). Avviso n. 1
Periodo di svolgimento: 2005
APPROFONDIMENTI
Il progetto si è sviluppato in tre macroazioni:
- individuazione di strumenti per il monitoraggio del fenomeno della discriminazione razziale ed etnica utile a definire un modello di rilevazione riproducibile. Tale modello sperimenta una metodologia di rilevazione atta a far emergere aspetti connessi ad episodi di discriminazione sotto una duplice prospettiva: nell’accesso al mercato del lavoro e nell’espletamento delle mansioni lavorative;
- elaborazione di modelli sperimentali di trasferimento di competenze sul tema dei processi di emersione della discriminazione nel lavoro di cura, diretti a tutti i soggetti coinvolti. La metodologia prevede la realizzazione di incontri di formazione e l’utilizzo di una piattaforma informatica;
- percorsi di sensibilizzazione finalizzati alla valorizzazione della diversità culturale per favorire la pacifica convivenza tra persone di diversa origine etnica e razziale.
Nelle tre macroazioni su menzionate si sono individuate buone prassi per sperimentare, in tempi congrui e in maniera autonoma e sostenibile, percorsi da sviluppare nell’intero territorio nazionale.