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A.G.R.I. - L.A.B. La nostra lotta al caporalato
A.G.R.I.-L.A.B. è un progetto sociale il cui nome rimanda semanticamente a un innovativo e ideologico “LABoratorio in agricoltura”.
Un laboratorio (in primo luogo di idee) partito dal basso, con un approccio metodologico “bottom up”, che, a livello di prevenzione, vuole contrastare lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, sempre più visibile anche in alcuni distretti agricoli e agro-industriali del centro-nord Italia (area oggetto del progetto).
Principale obiettivo specifico consiste nel coinvolgere 340 cittadini di paesi terzi per
accompagnarli in un percorso di crescita e benessere sostanziale, al fine di una loro conseguente inclusione sociale e lavorativa.
Il progetto, strutturato in specifiche azioni (selezione, sensibilizzazione e accoglienza; tutoraggio e accompagnamento; percorsi di autonomia, guida e rinascita; “work esperience”, autonomia e benessere; percorsi “on the job”; disseminazione e sostenibilità), interessa direttamente 17 partners dislocati in 8 differenti Regioni, accomunati da specifiche esigenze e problematiche.
Attraverso un approccio logico al progetto, si raggiungeranno specifici outputs e risultati, aumentando in primo luogo la qualità di vita dei destinatari finali ma anche la visibilità dei partners, attraverso la creazione di una “rete” di agricoltura etica e sociale stabile e sostenibile.
Costo del Progetto (da budget): 1.619.860,16 €
Il progetto è interamente finanziato dal FONDO ASILO, MIGRAZIONE E INTEGRAZIONE
2014-2020 (FAMI)
FAMI è uno strumento finanziario istituito con Regolamento UE n. 516/2014 con l’obiettivo di promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio. Il Fondo offre un supporto agli Stati per perseguire i seguenti obiettivi:
- rafforzare e sviluppare tutti gli aspetti del sistema europeo comune di asilo, compresa la sua dimensione esterna;
- sostenere la migrazione legale verso gli Stati membri in funzione del loro fabbisogno economico ed occupazionale e promuovere l’effettiva integrazione dei cittadini di Paesi terzi nelle società ospitanti;
- promuovere strategie di rimpatrio eque ed efficaci negli Stati membri, che contribuiscano a contrastare l’immigrazione illegale, con particolare attenzione al carattere durevole del rimpatrio e alla riammissione effettiva nei paesi di origine e di transito;
- migliorare la solidarietà e la ripartizione delle responsabilità fra gli Stati membri, specie quelli più esposti ai flussi migratori e di richiedenti asilo, anche attraverso la cooperazione pratica.
L’Autorità Responsabile del Fondo è l’organismo pubblico dello Stato membro interessato, responsabile della gestione e del controllo per una corretta esecuzione del Programma Nazionale. In Italia l’Autorità Responsabile è il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno.
La Direzione Generale dell’Immigrazione e Politiche per l’Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stata altresì designata Autorità Delegata del Fondo, in virtù delle competenze istituzionali di cui è titolare in materia di immigrazione e integrazione.
Le funzioni di verifica sul fondo e sul relativo sistema di gestione e di controllo sono esercitate da un’apposita Autorità di Audit indipendente sotto il profilo funzionale dall’Autorità Responsabile e designata con decreto del 12 agosto 2014 del Capo Dipartimento per le Politiche del Personale dell’Amministrazione civile e per le risorse finanziarie e strumentali del Ministero dell’Interno.
Le Regioni che aderiscono al progetto A.G.R.I.-L.A.B. sono: PIEMONTE, LOMBARDIA, TRENTINO ALTO ADIGE, VENETO, LIGURIA, TOSCANA, EMILIA ROMAGNA, LAZIO.
Obiettivi generali e specifici del progetto
Secondo il quarto Rapporto Agromafie e Caporalato (Osservatorio P.Rizzotto, 2018), lo sfruttamento lavorativo in agricoltura di immigrati viaggia di pari passo con il fenomeno della tratta degli esseri umani grazie all’opera criminale mafiosa e non.
Il 18/10/2016, il Parlamento italiano ha approvato la legge 199: Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura. Con questa norma non solo viene colpito l’intermediario (il caporale), ma si risale anche all’imprenditore. Inoltre, si prevede anche la costituzione di una Cabina di regia con gli Enti locali e il terzo settore per facilitare la mobilità geografica dei lavoratori agricoli, la salvaguardia della salute e l’apprendimento della lingua italiana.
La strategia progettuale vuole dare vita ad un laboratorio stabile di idee per l’agricoltura
etica e sociale in cui l’obiettivo principale è l’integrazione sociale ed economica dei
migranti in stretta sinergia con l’intervento di contrasto allo sfruttamento lavorativo in
agricoltura.
Il progetto, localizzato inizialmente in 8 Regioni per il tramite di radicati stakeholders che
potranno fungere da volano verso gli specifici territori di riferimento, vuole dare vita ad
una possibile “economia circolare” che promuova una “rete” di aziende della filiera
agricola fondata su presupposti etici ed organizzativi in cui principi fondanti saranno il
garantire un rapporto corretto e legale con i propri dipendenti, il principio di dignità del
lavoro nonché la qualità dei processi e dei prodotti, valorizzando appieno il proprio
potenziale economico e sociale.
L’attuazione del progetto potrà favorire una sostenibilità del sistema anche risolvendo,
almeno parzialmente, il fenomeno di “stagionalità territoriale” delle produzioni e
garantendo il consolidamento nel tempo delle esperienze dei soggetti beneficiari. La
proposta di A.G.R.I.-L.A.B. mira infatti a diversificare le esperienze e le competenze dei
beneficiari finali, prima accolti e poi accompagnati in un percorso di inclusione e
autonomia per renderli più mobili su ampi territori ed impiegabili in diversi contesti
produttivi nel tempo eludendo così i tempi morti tipici della spiccata stagionalità agricola.
Obiettivi specifici del progetto sono i seguenti:
– Informare gli immigrati dei propri diritti e doveri sia in quanto cittadini/richiedenti asilo
sia in quanto lavoratori
– Permettere agli stranieri di integrarsi all’interno del mondo del lavoro a partire da una
buona/sufficiente comprensione della lingua italiana
– Creare percorsi che permettano all’immigrato di acquisire delle competenze specifiche
per poter essere impiegato lavorativamente all’interno di più aree del settore
agro-alimentare
– Supportare il lavoratore ad essere impiegabile nel settore agroalimentare per tutto
l’anno e non solo a livello stagionale
– Acquisire informazione sulle regole di sicurezza dei luoghi di lavoro
– Agevolare l’accesso alle informazioni sul mondo del lavoro (strumenti e agenzie
preposte, ad es. sindacati, uffici di collocamento, ecc.) attraverso dei punti di ascolto e
presidi mobili per facilitare la fruizione alle persone straniere
– Offrire una mediazione culturale tra datori di lavoro e beneficiari attraverso forme di
tutoraggio lavorativo
– Creazione di percorsi di “matching” tra domanda e offerta di lavoro
– Sensibilizzare la cittadinanza sul discorso immigrazione e lotta al caporalato a partire
della scuole (vedi specifica azione di disseminazione/orti didattici)
-Creazione di una rete di consumo etico che preveda una commercializzazione
sostenibile e venga identificata attraverso un marchio di qualità etica e sociale.
Risultati attesi
Per i beneficiari:
-Conoscere i propri diritti e doveri in quanto cittadino
-Conoscere i diritti e doveri di un lavoratore (contratto, comprensione della busta paga;
ecc.)
-Buona comprensione della lingua italiana
-Riqualificazione lavorativa e acquisizione di skills specifiche, ma allo stesso tempo
differenziate, in relazione alle varie tipologie di coltivazione
-Può essere impiegato in variegati settori agro-alimentari (dalla viticoltura all’ortofrutta)
-Conoscere le regole di sicurezza dei luoghi di lavoro
-Ottenere in tempi rapidi informazioni sul mondo del lavoro e essere immediatamente
consigliato in relazione alle eventuali problematiche incontrate nel mondo del lavoro
-L’accompagnamento e il tutoraggio del lavoratore nel luogo di lavoro permettono di
riempire i gap culturali tra datore di lavoro e beneficiari
-Essere impiegato tutto l’anno e non solo stagionalmente
-Matching, in tempi rapidi, tra domanda e offerta di lavoro
Del progetto:
-Coinvolgimento di un congruo numero di cittadini di paesi terzi
-Nascita di una “rete territoriale” che favorisca l’agricoltura sociale e ne persegua i suoi
principi etici
-La cittadinanza e soprattutto le giovani generazioni sono sensibili al tema del contrasto
al caporalato
-Vengono supportate le filiere trasparenti di produzione, in cui la tutela dell’ambiente e
dei diritti siano l’esempio di un nuovo modo di produrre, virtuoso e legale
-Creazione di un marchio di qualità etica e sociale.
Metodologia
Il “ciclo di vita del progetto” di A.G.R.I.-L.A.B.” si concentra come detto su alcune
“parole chiave”
(Autonomia/Guida/Rinascita/Inserimento/Lavorativo/Agricolo/Benessere).La
metodologia progettuale ha previsto e prevede:
- a) un’analisi territoriale
- b) la costruzione di partnership e la condivisione di una proposta di valore
- c) la costruzione della proposta progettuale
- A) ANALISI TERRITORIALE
Gli enti proponenti si sono incontrati, per la loro quasi totalità, in recenti incontri,
convegni e tavoli tematici (l’ultimo nel mese di marzo 2019) promossi dalla sensibile
attività della Fondazione Cattolica Assicurazioni di Verona.
La metodologia progettuale ha previsto una indagine e analisi della situazione
territoriale da cui sono emersi dalla raccolta e dall’analisi di dati raccolti sul territorio
anche attraverso questionari redatti ad hoc per tipicizzare il progetto.
I questionari indagavano suoi seguenti aspetti: problemi in relazione alle tematiche
agricoltura e immigrazione; descrizione delle soluzioni; fenomeni di caporalato
all’interno del territorio; progetti conosciuti che si pongono a contrasto con il caporalato;
soluzioni che possono essere attivate all’interno del territorio; ecc.
- B) COSTRUZIONE DI UNA PARTNERSHIP E PROPOSTA DI VALORE CONDIVISA
I partners di “A.G.R.I.-L.A.B.”, nelle loro differenti forme giuridiche (enti del terzo settore
operanti nell’ambito dell’integrazione dei paesi terzi e/o; associazioni e fondazioni che
gestiscono numerosi CAS e SPRAR; numerose Società Cooperative e imprese sociali;
l’associazione di categoria ACLI Terra nazionale come raccordo con il mondo della
filiera agricola; l’ENAIP, quale Ente di formazione su base nazionale), coprono un vasto
territorio su scala nazionale esteso in 8 Regioni (Piemonte; Liguria; Lombardia; Veneto;
P.A. Trento; Emilia; Toscana; Lazio. Tutti partners di “A.G.R.I.-L.A.B.” sono
sostanzialmente accumunati da molteplici analogie nonché da specifiche esigenze: in
primo luogo un forte radicamento, anche istituzionale, sin dalla loro nascita, sul territorio
dove operano; una grande sensibilità verso “gli ultimi” e le persone più fragili; una
spiccata vocazione all’accoglienza verso i più deboli (in primo luogo migranti; una
sempre più necessaria voglia di “fare rete”; un innovativo spirito imprenditoriale
afferente all’agricoltura etica e sociale.
- C) COSTRUZIONE DELLA PROPOSTA PROGETTUALE ED IDEAZIONE AZIONI
CONCRETE
In particolare, saranno attivate 7 azioni specifiche:
- SELEZIONE PARTECIPANTI/DESTINATARI FINALI: Ogni regione autonomamente
si occuperà di questa selezione in linea con il principio delle pari opportunità e non
discriminazione e in particolare della parità di genere al fine di coinvolgere in modo
adeguato destinatari di genere maschile e femminile.
- ATTIVITÀ DI TUTORAGGIO E ACCOMPAGNAMENTO, CREAZIONE DI PRESIDI
MOBILI DI ASCOLTO PER CIASCUN HUB REGIONALE: Creazione di almeno 8
presidi nelle diverse Regioni coinvolte ipotizzando un insediamento informale presso
una delle realtà cooperative partners del progetto (“approccio dal basso”) e/o presso
beni confiscati e/o potenziamento di centri di ascolto presso stakeholders (ad es. punti
Caritas; CAF; sedi ACLI Terra; sedi ENAIP).
- PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE: in particolare Linguistica; educazione civica;
diritti e doveri; salute e sicurezza sul lavoro in ambito agricolo/agro-industriale;
integrazione abitativa; orientamento al lavoro; percorsi per l’autoimprenditorialità
- “WORK-EXPERIENCE”, AUTONOMIA E BENESSERE: “Agri-Social-Travel”: attività
sul campo e azioni di scambio fra i destinatari nelle diverse Regioni del progetto per
imparare sul campo tecniche agricole; agro-industriali e affini differenti, fra tutti i
partners della Rete di progetto. Questa azione consiste nell’offrire una panoramica di
massima complessiva sulle varie tecniche, facendo vivere ai beneficiari esperienze di
lavoro differenti e affrontare l’aspetto “stagionalità territoriale” delle produzioni agricole.
Questa diversificazione delle loro esperienze permetterà di renderli più mobili su ampi
territori ed impiegabili in diversi contesti produttivi nel tempo eludendo così i tempi morti
tipici della spiccata stagionalità degli impieghi agricoli.
- WP5) PERCORSI “ON THE JOB”: Percorsi personalizzati “on the job” per ciascun
destinatario per favorire l’empowerment e l’occupabilità di ciascuno. Matching fra
domanda e offerta per inserimento lavorativo. Percorso di accompagnamento
individualizzato al fine di favorire l’inserimento lavorativo stabile dei soggetti in aziende
della filiera agricola/agroindustriale
- COMUNICAZIONE E DISSEMINATION: Azioni di sensibilizzazione presso le Scuole
del territorio. Creazioni di “orti didattici” con il coinvolgimento diretto dei beneficiari e le
scolaresche del territorio; workshop; ecc.
- IDEAZIONE DI UNA RETE DI CONSUMO E COMMERCIALIZZAZIONE
SOSTENIBILE (FILIERA ETICA) E IDEAZIONE DI UN BRAND COMUNE
Sostenibilità dei risultati del progetto
I partners sono qualificati stakeholders nelle 8 Regioni. Si sono incontrati, per la quasi
totalità, in recenti tavoli tematici promossi dalla Fondazione Cattolica Assicurazioni di
Verona (soggetto aderente). Uno specifico tavolo (marzo 2019), dal titolo
“Contagiamoci”, era proprio incentrato sull’agricoltura etica e sociale. Da qui l’idea di
partecipare insieme e per la prima volta ad un bando strutturato come quello del FAMI,
con l’obiettivo prioritario di creare una rete stabile per il futuro, caratterizzata da
trasparenza, fiducia e bisogni comuni. Il network A.G.R.I.-L.A.B., grazie ad una rete
duratura, potrà favorire l’accesso a nuove e sinergiche fonti di finanziamento, pubbliche
e private, ad iniziare dalla citata Fondazione Cattolica, passando per le Fondazioni
bancarie presenti in tutte le Regioni (ma che oggi solo in parte appoggiano sporadiche
iniziative non messe a sistema); agevolare l’accesso a progetti nazionali di ampio
respiro; ottimizzare l’accesso ai fondi strutturali (in particolar modo FEASR e FSE) per
progetti più strutturati e non a pioggia nonché valutando il ricorso a programmi UE “ad
accesso diretto” anche su tematiche complementari (cultura; ambiente; ecc.).
A.G.R.I.-L.A.B., come laboratorio di idee, potrà favorire un effetto volano, ampliando la
rete a tutta la filiera: aziende agricole classiche; associazioni di categoria; enti pubblici e
privati, in primo luogo Regioni, Comuni, Diocesi, Caritas, Prefetture che da tempo si
fidano di noi.
Impatto del progetto
- “A.G.R.I.-L.A.B” è una proposta sperimentale che, dopo essere stata attuata e
verificata, permetterà di modellizzare un nuovo approccio in favore dell’integrazione
sociale ed economica dei beneficiari e di contrasto al caporalato
- Autonomia dei beneficiari a livello economico – almeno 40% del target -. Questo
risultato di impatto permette ai beneficiari di ridurre il rischio di cadere vittime del
sistema del caporalato
- Stabilizzazione della propria posizione lavorativa con contratti che coprono l’intero
anno solare in contrasto con la precarietà tipica dei lavori stagionali agricoli
- Diminuzione degli infortuni sul lavoro
- Creazione di un marchio etico che può diventare di esempio ad altre realtà e che
certifica una produzione etica, solidale e sociale
- Dare vita ad una possibile “economia circolare” che promuova una “rete” di aziende
fondata su presupposti etici ed organizzativi in cui principi fondanti saranno il garantire
un rapporto corretto e legale con i propri dipendenti, il principio di dignità del lavoro
nonché la qualità dei processi e dei prodotti, valorizzando appieno il proprio potenziale
economico e sociale
- Maggiore conoscenza da parte dei cittadini e degli studenti del fenomeno del
Caporalato.